Quando si parla di storia del calcio, si fa riferimento essenzialmente ai calciatori e agli allenatori, ma ovviamente un ruolo di primo piano è anche in mano ai tifosi, che hanno saputo scrivere pagine indimenticabili di questo sport. Ebbene, i tifosi del Lecce sono una delle tifoserie più calde di tutta Italia e hanno saputo trascinare la squadra salentina di nuovo nella massima serie.
Il Lecce è sempre stata una realtà caratterizzata da una struttura tipicamente italiana, ma ci sono stati alcuni calciatori stranieri che hanno scritto in modo anche sorprendente la storia di questa squadra. Stiamo facendo riferimento, in modo particolare, a due calciatori uruguaiani, che sono diventati dei veri e propri beniamini dei tifosi giallorossi, ovvero Ernesto Javier Chevanton e Guillermo Giacomazzi.
In tanti vorrebbero avere due giocatori del genere nel Lecce attuale che, nonostante tutte le difficoltà, con ogni probabilità lotterà fino alla fine per rimanere nella massima serie in questa stagione. Per chi volesse puntare sulla permanenza in Serie A della squadra salentina, c’è la possibilità di trovare un elenco dei bookmakers italiani più vantaggiosi e affidabili con cui piazzare una puntata direttamente sul web.
Giacomazzi e Chevanton arrivarono in Puglia nell’estate del 2001
Sia Chevanton che Giacomazzi sono sbarcati in Puglia nella stagione estiva del 2001: in quel caso, a scovarli era stato Pantaleo Corvino, che a quel tempo ricopriva il ruolo di direttore sportivo, che non è nuovo alla scoperta di talenti importanti. Per tre stagioni i due calciatori uruguaiani hanno giocato insieme, scendendo anche in Serie B.
Per quanto riguarda il centrocampista, è facile notare come Giacomazzi si mise in evidenza fin da subito per via della sua capacità di giocare senza alcuna paura o timore reverenziale in mezzo al campo. Giostrare da una parte all’altra del cerchio centrale del campo, dettando con autorità i tempi di gioco, con dei tempi di inserimento particolarmente azzeccati.
Certamente, di Giacomazzi era il carisma la caratteristica che maggiormente stupiva tutti, mentre invece il suo collega uruguagio che svariava su tutto il fronte d’attacco, ovvero Javier Ernesto Chevanton, si fece notare proprio sotto rete. Una vera e propria rivelazione, visto che il giovane attaccante si mise in evidenza per la sua continuità sotto rete e per la facilità con cui andava a segno, con ben 11 reti nel corso della sola prima stagione.
Se i tempi di gioco dettati da Giacomazzi a centrocampo e le reti di Chevanton non furono sufficienti per allontanare lo spettro della retrocessione, che si materializzò qualche mese e spedì in Serie B i giallorossi, nella stagione successiva furono proprio loro due la base da cui ripartire per risalire immediatamente nella massima serie.
Missione, ovviamente, compiuti e il ritorno in Serie A nel 2003-04 fu decisamente positivo. Infatti, sia Giacomazzi che Chevanton furono dei punti di forza di quel Lecce che, in quell’anno, veniva allenato da parte di Delio Rossi. Lo schema 4-3-3 che venne adottato dal tecnico permise a entrambi i calciatori sudamericani di esaltarsi e non poco durante tutto l’arco della stagione.
In modo particolare, fu Chevanton a trarre il maggior numero di benefici da questo cambio di modulo: con Delio Rossi in panchina, il Lecce fu protagonista di una stagione a dir poco straordinaria, riuscendo a mettere le mani su un insperato decimo posto. Un calcio offensivo che metteva in risalto tutte le doti di Chevanton che, non a caso, nella stagione successiva ricevette la classica “offerta che non si può rifiutare” e lasciò il Salento per trasferirsi in Francia, al Monaco, dove però non ebbe le stesse fortune. Quella coppia di uruguagi, però, rimarrà per sempre nei ricordi più belli di tutta la tifoseria del Lecce.